L’inferno di
Słońsk
L´ex campo di
concentramento di Sonnenburg diventa un luogo internazionale della memoria
Poco dopo l’ascesa di Hitler al potere, nell’odierna città
polacca di Słońsk (in tedesco Sonnenburg) sul terreno del carcere in disuso
venne provvisoriamente allestito un campo di concentramento.
Il luogo mostra in modo esemplare il nesso di causalità tra
le origini del regime criminale instauratosi il 30 gennaio 1933 e ciò che ne
conseguì.
Nella notte tra il 30 ed il 31 gennaio 1945 un’unità delle SS
trucidò oltre 700 degli 840 detenuti presenti nel carcere di Sonnenburg. Molti
di questi erano francesi, belgi, olandesi e lussemburghesi. Tra questi ultimi
anche 91 cosiddetti Lëtzebuerger Jongen[1].
L’importanza del luogo non si esaurisce tuttavia nel ricordo
delle vittime di questo drammatico episodio avvenuto nell’ultima fase del
regime di terrore fascista durato nel complesso dodici anni.
Nel campo di concentramento, e in seguito nel carcere di
Sonnenburg, non furono rinchiusi solo membri dell’opposizione e della
resistenza attivi sul suolo tedesco, ma ve ne furono di provenienti dalla
maggior parte dei territori occupati, anche dall’Italia[2].
Ricordare il 30 gennaio 1933 ed il 30 gennaio 1945 pone
l’accento sulla necessità di resistenza sociale in grado di fronteggiare gli
sviluppi delle destre europee oggigiorno.
Ricordare le vittime del regime nazista e delle più recenti
aggressioni di stampo razzista e neonazista assume pertanto un significato di
cruciale importanza dinanzi alla rinascita di una destra populista e il
riaffermarsi di tendenze nazionaliste, antisemite ed antirom in tutta Europa.
Dal 2009 membri della Vereinigung
der Verfolgten des Naziregimes – Bund der Antifaschisten (VVN-BdA)[3] di Berlino partecipano alla
commemorazione dell’eccidio del 30 gennaio 1945.
Con sentita partecipazione da parte della popolazione la
cerimonia annuale si svolge presso il Muzeum
Martyrologii ofiar Obozu[4] di Słońsk, in prossimità del monumento
per i combattenti e del cimitero dei prigionieri di guerra dove sono sepolte le
vittime dell’eccidio. Per l’occasione accorrono ex combattenti polacchi,
partigiani, prigionieri del campo di concentramento, politici locali di Słońsk
e Gorzów, rappresentanti del memoriale Seelower
Höhen[5]
e delle ambasciate bielorussa e lussemburghese, inoltre studenti, esponenti
della chiesa cattolica e delle organizzazioni della società civile. Nell’ambito
della cerimonia di commemorazione un’unità delle forze armate polacche
scandisce ad uno ad uno i nomi delle vittime.
In seguito a colloqui intercorsi tra i rappresentanti della
VVN-BdA e l’associazione di ex combattenti ZKRP i BWP[6] di
Gorzów con la deputata del Parlamento polacco Bożena Sławiak di Platforma Obywatelska[7], il sindaco Janusz Krzyśków ha affidato
ai membri della sede berlinese della VVN-BdA l’incarico di elaborare un nuovo
percorso espositivo.
E’ necessario riscoprire Słońsk/Sonnenburg come il luogo
dove gli oppositori di Hitler provenienti da tutta la Germania e dal 1939 da
molti dei paesi occupati furono imprigionati e dove, in molti casi, persero la
vita.
L’obiettivo non è soltanto far conoscere e sensibilizzare
l’opinione pubblica polacca e tedesca, bensì raggiungere e coinvolgere tutte le
parti interessate di quei paesi dai quali provenivano coloro che furono
condannati al lavoro coatto.
La zona lungo il confine polacco-tedesco funge da porta di
ingresso al parco nazionale Ujście Warty[8]. Considerato l’interesse delle scuole
locali ad uno scambio con organizzazioni partner di altri paesi, si intende
promuovere progetti internazionali rivolti ai giovani con riferimento storico
alla regione.
Idealmente ciò potrebbe rappresentare un’integrazione alla
tradizione modello, in tema di lavoro sulla memoria, dei Lycées lussemburghesi e degli Hvite
busser til Auschwitz[9]
norvegesi. Questo processo potrebbe inoltre essere sostenuto da un forum
composto dai familiari dei prigionieri o dalle rispettive associazioni con
rappresentanti di iniziative tedesche, lussemburghesi, polacche e di altri
paesi europei, dai siti commemorativi, dagli storici, dalle fondazioni e dalle
scuole ed anche dalla Deutsch-Polnisches
Jugendwerk (DPJW)[10].
Per la ristrutturazione della ormai fatiscente struttura
museale sono già stati stanziati 324.890 euro nell’ambito del progetto
Euroregione Pro Europa Viadrina.
Il 12 e 13 Settembre 2013 si terrà con il patrocinio del
sindaco un convegno nell’ex campo di concentramento e carcere di Sonnenburg
finalizzato ad un dibattito sulla storia e sulla memoria del luogo nonché sulla
sua futura rappresentazione.
Sono attesi partecipanti da molti paesi tra i quali Polonia,
Germania, Lussemburgo, Norvegia e Belgio.
Il campo di concentramento venne allestito nei locali del
carcere chiuso a causa delle disastrose condizioni igieniche già dal 1931 e
venne utilizzato dal 3 Aprile 1933 al 23 Aprile 1934.
Oltre 1.000 persone, in prevalenza comunisti, vi vennero
internati.
Stessa sorte toccò al premio Nobel Carl von Ossietzky, allo
scrittore Erich Mühsam e all’avvocato Hans Litten.
Il campo di concentramento di Sonnenburg divenne tristemente
conosciuto con il nome di Folterhölle[11]
per via dei brutali metodi utilizzati. Alcuni prigionieri evasi ne
narrarono l’orrore e le loro testimonianze vennero in seguito pubblicate.
Sul finire degli anni Ottanta un gruppo di lavoro interno al
movimento pacifista di Berlino Ovest in collaborazione con studiosi polacchi
iniziò a sviluppare un progetto collettivo incentrato sulla memoria del posto.
Venticinque anni fa uscirono tre quaderni con materiale
inerente al campo di concentramento di Sonnenburg. Tutta la documentazione sul
carcere di Sonnenburg venne depositata già negli anni Ottanta nella sede berlinese
della VVN-BdA dall’iniziatore del progetto Peter Gerlinghoff.
Il gruppo di lavoro sulla storia del campo di concentramento
e del carcere formatosi lo scorso Febbraio presso la VVN-BdA di Berlino lavora
su questi materiali e ha nel frattempo creato un database con oltre 500
nominativi di prigionieri del campo di concentramento.
Negli uffici della sede si trova inoltre un elenco di circa
600 prigionieri del carcere corredato da brevi biografie e redatto dallo
storico polacco e direttore della Commissione locale per l’indagine sui crimini
tedeschi in Polonia Przemysław Mnichowski.
Ad oggi non esiste ancora un elenco esauriente dei
nominativi dei prigionieri deceduti durante la prigionia e sepolti nel cimitero
dei prigionieri di guerra.
Ricerche d’archivio, materiali inediti e contributi da parte
delle Geschichtswerkstätten[12]
rappresentano un importante punto di partenza.
Chi fosse interessato a prendere parte al gruppo di lavoro
e/o al convegno del 12 e 13 Settembre nonché contribuire con documenti e foto
private di prigionieri, testimonianze di sopravvissuti, indicazioni
bibliografiche o documenti d’archivio oppure con donazioni utili a sostenere la
ricerca, può rivolgersi alla sede berlinese della VVN-BdA.
Berliner
VVN-BdA
Mehring-Platz
1
D-10243
Berlin
Germania
Tel. 0049 (0)30 297 841 78
Hans Coppi, Presidente dell'Associazione dei perseguitati dal regime
nazista
Kamil Majchrzak, Redattore
dell'edizione polacca di Le Monde
Diplomatique
[Trad. dal tedesco Mirna Campanella]
[1] Giovani lussemburghesi renitenti
all’arruolamento coatto
[2] Ottilio Alberti, Olimpios Danieli,
Giuseppe Franchini, Canaro de Sandis, Angelo Vetluso, Enzo Miccuici
I nomi
si basano sulle trascrizioni originali depositate negli atti. Si veda: Przemysław
Mnichowski, Obóz koncentracyjny i
więzienie w Sonnenburgu (Słońsk)
1933-1945, Warszawa 1982 [Non sono da escludere errori di
trascrizione, N.d.T.]
[4] Museo della martirologia delle vittime
[5] Alture di Seelow
[6] Nome per esteso: Związek Kombatantów RP i Byłych Więźniów Politycz nych (Associazione dei veterani polacchi e dei
prigionieri politici)
[7] Piattaforma Civica
[8] Parco Nazionale Foce del Warta
[9] Lett: Autobus bianchi. Viaggi della
memoria per studenti nei luoghi storici della seconda guerra mondiale con
particolare attenzione al sistema concentrazionario nazista
[10] Associazione della gioventù
tedesco-polacca
[11]
Lett.: l’inferno della tortura
[12] Le Geschichtswerkstätten
(Officine della storia) sono
iniziative di gruppi di cittadini o associazioni che effettuano ricerche
storiche a carattere locale/regionale riconducibili alla cosiddetta ‘storia dal
basso’
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