![]() | ||
deposizione di una corona all'iscrizione in ricordo dell'evasione sulle mura della Rocca del 13 Ottobre 1943 alla presenza del sindaco di Spoleto Daniele Benedettifoto del battaglione jugoslavo "Tito"comandato da "Toso" Lakovic composto da prigionieri evasi dalla Rocca di Spoleto,conservata nella sezione "A.N.P.I." Terniparticolare dell'iscrizione della targa commemorativa dell'evasione dalla Rocca
Spoleto- Nella
notte tra il 13 ed il 14 Ottobre 1943 circa 500 prigionieri
anti-fascisti italiani, jugoslavi e di diverse nazionalità, capitanati
da Ivan Gobec, Volgango Costa ed un fabbro di Trieste, forse di nome
Giuseppeche diedero inizio all'evasione, scapparono dal carcere della
Rocca di Spoleto, con la complicità del direttore del carcere Guido
Melis, andando ad accrescere il contingente della brigata spoletina,
guidata dal capitano Ernesto Melis, sulle montagne della Valnerina con
il quartier generale a Gavelli.
|
martedì 15 ottobre 2013
lunedì 14 ottobre 2013
L'Inaugurazione della lapide della Banda spoletina "E.Melis" a Gavelli e la conferenza sulla Resistenza alla Chiesa di Santa Croce con la scuola elementare di Sant'Anatolia di Narco
![]() |
L'inaugurazione della lapide alla Brigata spoletina "E.Melis" a Gavelli. Si ringrazia per la foto Agnese Benedetti. |
Sant'Anatolia di Narco- Il Sindaco del Comune di Sant’Anatolia di Narco Tullio
Fibraroli ha inaugurato, dopo che era stata prevista per il giorno 5 , ma
rimandata per il maltempo, insieme all’ex
partigiano Gian Paolo Loreti, Presidente dell’ A.N.P.I. di Spoleto “Probo Martinelli”, una lapide in memoria della brigata spoletina “E.Melis”. L’idea dell’apposizione insieme ad una
corona, ed il testo della lapide sono
stati stati proposti dallo storico professor
Ubaldo Santi con queste parole:
La lapide in pietra scelta nell’anniversario
della ricorrenza di 70 anni dall’inizio della Resistenza, è stata posizionata sulle
mura, al lato destro della strada che precede l’ingresso alla porta del borgo. Alla cerimonia erano inoltre presenti alcuni
abitanti della frazione e di Sant’Anatolia di Narco, oltre al sottoscritto con
la bandiera della sezione sezione A.N.P.I. di Spoleto “Probo Martinelli”, Giovanni Simoncelli Vice-Presidente
del Comitato Provinciale dell’A.N.P.I. di Perugia, Primo Dell’Amico ex partigiano
residente a Foligno, l’imprenditrice
Agnese Benedetti, Sandro Galli , Presidente della sezione dell’Associazione
Marinai d’Italia di Spoleto con una numerosa delegazione di soci.
Al termine dell’inaugurazione della lapide a Gavelli una
parte dei partecipanti è scesa dagli oltre 1115 metridella montagna di Gavelli alla chiesa di Santa
Croce di Sant’Anatolia di Narco. Nella sala, dedicata a Matteo Alimenis e
Giuseppe Campani, ottici e orologiai del XVII secolo, aula della chiesa di Santa Croce, gli alunni della scuola elementare di Sant’Anatolia
di Narco erano in attesa. ![]() |
La lapide inaugurata e dedicata alla Banda spoletina "E.Melis" a Gavelli |
La conferenza sulla Resistenza con la scuola elementare a Sant'Anatolia di Narco |
Arrivati i relatori è iniziata la conferenza
con l’intervento del Sindaco Fibraroli, che ha accolto i bambini sul
significato della Resistenza come valore democratico del nostro paese ed ha raccontato l’inaugurazione avvenuta qualche
minuto prima a Gavelli, poiché giustamente
si era deciso di non far intervenire la scuola per le avverse condizioni
atmosferiche. L’incontro apertosi con il canto dell’Inno di Mameli è proseguito
con l’intervento di Ubaldo Santi, che ha fatto alcune considerazioni storiche
sulla Resistenza nazionale e
locale. Gli alunni si sono dimostrati molto attenti e sono stati coinvolti
nella lettura di alcuni brani del volume curato dal Professor Santi “La Resistenza
a Spoleto e in Valnerina”. In seguito Gian Paolo Loreti ha ricordato Rosa
Marucci Colacecchi , la medaglia al valor militare di Norcia, che accolse tanti
partigiani e prigionieri alleati con grande pericolo per sé e per la propria
famiglia. Loreti ha inoltre precisato di non aver partecipato al gruppo di stanza della
banda “E.Melis” a Gavelli nel Settembre 1943 , ma di aver preso
parte ai combattimenti della stessa banda a Mucciafora, perché non era ancora
ritornato da Roma. Nel proseguo della
mattinata gli alunni si sono avvicinati al partigiano, hanno detto di essere
molto interessati all’argomento ed hanno posto delle domande sul suo impegno
durante la Resistenza.
All’incontro hanno partecipato oltre agli altri rappresentanti dell’A.N.P.I. citati il signore Nervo, testimone della cattura del parroco e del segretario comunale di Sant’Anatolia durante la Resistenza ed il partigiano novantenne Perugini, abitante del Comune organizzatore della manifestazione. Và dato merito al Comune di Sant’Anatolia di Narco, insieme alla sezioni A.N.P.I. di Spoleto e Foligno di aver ricordato con la lapide la brigata “E.Melis” e di aver alimentato lo spirito democratico e di appartenenza ai cittadini e ai più giovani della ValdiNarco. La giornata si è conclusa con la canzone “Fischia il vento”.
All’incontro hanno partecipato oltre agli altri rappresentanti dell’A.N.P.I. citati il signore Nervo, testimone della cattura del parroco e del segretario comunale di Sant’Anatolia durante la Resistenza ed il partigiano novantenne Perugini, abitante del Comune organizzatore della manifestazione. Và dato merito al Comune di Sant’Anatolia di Narco, insieme alla sezioni A.N.P.I. di Spoleto e Foligno di aver ricordato con la lapide la brigata “E.Melis” e di aver alimentato lo spirito democratico e di appartenenza ai cittadini e ai più giovani della ValdiNarco. La giornata si è conclusa con la canzone “Fischia il vento”.
martedì 8 ottobre 2013
L'inaugurazione della lapide commemorativa della Resistenza alla Brigata partigiana spoletina "E.Melis" a Gavelli si svolgerà il giorno 12 alle ore 11
martedì 1 ottobre 2013
Invito a partecipare alla cerimonia di scoprimento di una lapide commemorativa della Resistenza alla Brigata spoletina "E.Melis" a Gavelli
![]() | |
la targa in ricordo dei partigiani attivi nel comprensorio spoletino in Piazza della Libertà inaugurata ad Aprile 2013. |
![]() | ||||
Il borgo di Gavelli dove sarà inaugurata la lapide dedicata alla Brigata "E.Melis" composta da anti-fascisti spoletini. |
L'A.N.P.I. di Spoleto invita tutti i concittadini a partecipare in occasione del 70° anniversario della Resistenza alla cerimonia di scoprimento di una lapide
commemorativa della Resistenza alla Brigata spoletina "E.Melis" in
Valdinarco, organizzata dal Comune di Sant'Anatolia di Narco del Sindaco Tullio Fibraroli, che si terrà a Gavelli il giorno 05 ottobre 2013, alle ore
11,00. Alla cerimonia sarà presente anche una rappresentanza di giovani studenti oltre alla popolazione del luogo ed altre autorità del comprensorio provinciale e regionale.
lunedì 23 settembre 2013
La solidarietà dell'A.N.P.I. di Spoleto all'Associazione Casa Rossa di Spoleto per l'aggressione nazi-fascista alla loro sede.
La
solidarietà dell'A.N.P.I. di Spoleto all'Associazione Casa Rossa di
Spoleto per l'aggressione nazi-fascista alla loro sede. Non è il primo
episodio in Umbria, se i nazi-fascisti torneranno ad essere violenti
devono sapere che altrettanto potente sarà la forza degli anti-fascisti
che hanno già vinto nella seconda guerra mondiali contro i
nazi-fascisti.
Un resoconto di Aurelio Fabiani sull'aggressione di Domenica
La porta della sede dell'associazione Casa Rossa danneggiata e le scritte nazi-fascist.
Un resoconto di Aurelio Fabiani sull'aggressione di Domenica
SCORRIBANDA NOTTURNA FASCISTA CONTRO CASA ROSSA. TENTANO DI FORZARE LA
PORTA E FIRMANO LA LORO AZIONE CON IL SIMBOLO NEONAZISTA DELLA SVASTICA.
Da 35 anni non si aveva notizia di azioni di marchio fascista contro un
luogo di organizzazione sociale o politico nella nostra città.
E’
successo nella notte di domenica 22 settembre, ad essere presa di mira è
stata la sede dell’Associazione Culturale Casa Rossa che ospita oltre
l’associazione, i giovani del Centro Sociale Autonomo, l’Unione
Sindacale di Base e un Gruppo di acquisto solidale.
Azione di
qualche cretino nostalgico, oppure il primo frutto cittadino di
quell’albero dell’odio razziale e di classe, cresciuto negli ultimi anni
in città vicine alla nostra, come Foligno e Terni.
Comunque sia
l’”impresa” sta a ricordare che la guardia contro i fascisti non va mai
abbassata e che l’antifascismo non può essere relegato alle pagine della
storia ma deve essere una pratica politica di tutti coloro che credono
nell’uguaglianza degli uomini e nella libertà o anche semplicemente
nella democrazia.
A coloro che hanno dimenticato, che vogliono
dimenticare, che teorizzano il superamento delle differenze politiche e
di classe, ricordiamo che l’antifascismo è un valore fondamentale, esso
parla della lotta dell’umanità contro la disuguaglianza e l’ordine
gerarchico, il nazionalismo aggressivo e la guerra imperialista, il
razzismo e l’odio di classe dei ricchi contro i poveri.
Non
lasceremo alcuno spazio alla rinascita dei movimenti fascisti, lo
affermiamo da questo luogo che ha sede in via XIV giugno, la via che
porta il nome del giorno della liberazione della nostra città dal
nazifascismo.
Vedremo in questi giorni se altri sono disposti a
questo impegno o se invece preferiranno fare finta di niente, lasciando
terreno fertile alla rinascita del mostro reazionario che ha devastato
il novecento.
In Grecia e in Francia i fascisti hanno già ammazzato
nei giorni e nei mesi scorsi. Prendiamo questo impegno anche a nome di
Clement Mèric 18 anni e Pavlos Fyssas 34 anni.
Associazione Culturale CASA ROSSA
Centro Sociale Autonomo
domenica 15 settembre 2013
L’inferno di Słońsk L´ex campo di concentramento di Sonnenburg diventa un luogo internazionale della memoria
L’inferno di
Słońsk
L´ex campo di
concentramento di Sonnenburg diventa un luogo internazionale della memoria
Poco dopo l’ascesa di Hitler al potere, nell’odierna città
polacca di Słońsk (in tedesco Sonnenburg) sul terreno del carcere in disuso
venne provvisoriamente allestito un campo di concentramento.
Il luogo mostra in modo esemplare il nesso di causalità tra
le origini del regime criminale instauratosi il 30 gennaio 1933 e ciò che ne
conseguì.
Nella notte tra il 30 ed il 31 gennaio 1945 un’unità delle SS
trucidò oltre 700 degli 840 detenuti presenti nel carcere di Sonnenburg. Molti
di questi erano francesi, belgi, olandesi e lussemburghesi. Tra questi ultimi
anche 91 cosiddetti Lëtzebuerger Jongen[1].
L’importanza del luogo non si esaurisce tuttavia nel ricordo
delle vittime di questo drammatico episodio avvenuto nell’ultima fase del
regime di terrore fascista durato nel complesso dodici anni.
Nel campo di concentramento, e in seguito nel carcere di
Sonnenburg, non furono rinchiusi solo membri dell’opposizione e della
resistenza attivi sul suolo tedesco, ma ve ne furono di provenienti dalla
maggior parte dei territori occupati, anche dall’Italia[2].
Ricordare il 30 gennaio 1933 ed il 30 gennaio 1945 pone
l’accento sulla necessità di resistenza sociale in grado di fronteggiare gli
sviluppi delle destre europee oggigiorno.
Ricordare le vittime del regime nazista e delle più recenti
aggressioni di stampo razzista e neonazista assume pertanto un significato di
cruciale importanza dinanzi alla rinascita di una destra populista e il
riaffermarsi di tendenze nazionaliste, antisemite ed antirom in tutta Europa.
Dal 2009 membri della Vereinigung
der Verfolgten des Naziregimes – Bund der Antifaschisten (VVN-BdA)[3] di Berlino partecipano alla
commemorazione dell’eccidio del 30 gennaio 1945.
Con sentita partecipazione da parte della popolazione la
cerimonia annuale si svolge presso il Muzeum
Martyrologii ofiar Obozu[4] di Słońsk, in prossimità del monumento
per i combattenti e del cimitero dei prigionieri di guerra dove sono sepolte le
vittime dell’eccidio. Per l’occasione accorrono ex combattenti polacchi,
partigiani, prigionieri del campo di concentramento, politici locali di Słońsk
e Gorzów, rappresentanti del memoriale Seelower
Höhen[5]
e delle ambasciate bielorussa e lussemburghese, inoltre studenti, esponenti
della chiesa cattolica e delle organizzazioni della società civile. Nell’ambito
della cerimonia di commemorazione un’unità delle forze armate polacche
scandisce ad uno ad uno i nomi delle vittime.
In seguito a colloqui intercorsi tra i rappresentanti della
VVN-BdA e l’associazione di ex combattenti ZKRP i BWP[6] di
Gorzów con la deputata del Parlamento polacco Bożena Sławiak di Platforma Obywatelska[7], il sindaco Janusz Krzyśków ha affidato
ai membri della sede berlinese della VVN-BdA l’incarico di elaborare un nuovo
percorso espositivo.
E’ necessario riscoprire Słońsk/Sonnenburg come il luogo
dove gli oppositori di Hitler provenienti da tutta la Germania e dal 1939 da
molti dei paesi occupati furono imprigionati e dove, in molti casi, persero la
vita.
L’obiettivo non è soltanto far conoscere e sensibilizzare
l’opinione pubblica polacca e tedesca, bensì raggiungere e coinvolgere tutte le
parti interessate di quei paesi dai quali provenivano coloro che furono
condannati al lavoro coatto.
La zona lungo il confine polacco-tedesco funge da porta di
ingresso al parco nazionale Ujście Warty[8]. Considerato l’interesse delle scuole
locali ad uno scambio con organizzazioni partner di altri paesi, si intende
promuovere progetti internazionali rivolti ai giovani con riferimento storico
alla regione.
Idealmente ciò potrebbe rappresentare un’integrazione alla
tradizione modello, in tema di lavoro sulla memoria, dei Lycées lussemburghesi e degli Hvite
busser til Auschwitz[9]
norvegesi. Questo processo potrebbe inoltre essere sostenuto da un forum
composto dai familiari dei prigionieri o dalle rispettive associazioni con
rappresentanti di iniziative tedesche, lussemburghesi, polacche e di altri
paesi europei, dai siti commemorativi, dagli storici, dalle fondazioni e dalle
scuole ed anche dalla Deutsch-Polnisches
Jugendwerk (DPJW)[10].
Per la ristrutturazione della ormai fatiscente struttura
museale sono già stati stanziati 324.890 euro nell’ambito del progetto
Euroregione Pro Europa Viadrina.
Il 12 e 13 Settembre 2013 si terrà con il patrocinio del
sindaco un convegno nell’ex campo di concentramento e carcere di Sonnenburg
finalizzato ad un dibattito sulla storia e sulla memoria del luogo nonché sulla
sua futura rappresentazione.
Sono attesi partecipanti da molti paesi tra i quali Polonia,
Germania, Lussemburgo, Norvegia e Belgio.
Il campo di concentramento venne allestito nei locali del
carcere chiuso a causa delle disastrose condizioni igieniche già dal 1931 e
venne utilizzato dal 3 Aprile 1933 al 23 Aprile 1934.
Oltre 1.000 persone, in prevalenza comunisti, vi vennero
internati.
Stessa sorte toccò al premio Nobel Carl von Ossietzky, allo
scrittore Erich Mühsam e all’avvocato Hans Litten.
Il campo di concentramento di Sonnenburg divenne tristemente
conosciuto con il nome di Folterhölle[11]
per via dei brutali metodi utilizzati. Alcuni prigionieri evasi ne
narrarono l’orrore e le loro testimonianze vennero in seguito pubblicate.
Sul finire degli anni Ottanta un gruppo di lavoro interno al
movimento pacifista di Berlino Ovest in collaborazione con studiosi polacchi
iniziò a sviluppare un progetto collettivo incentrato sulla memoria del posto.
Venticinque anni fa uscirono tre quaderni con materiale
inerente al campo di concentramento di Sonnenburg. Tutta la documentazione sul
carcere di Sonnenburg venne depositata già negli anni Ottanta nella sede berlinese
della VVN-BdA dall’iniziatore del progetto Peter Gerlinghoff.
Il gruppo di lavoro sulla storia del campo di concentramento
e del carcere formatosi lo scorso Febbraio presso la VVN-BdA di Berlino lavora
su questi materiali e ha nel frattempo creato un database con oltre 500
nominativi di prigionieri del campo di concentramento.
Negli uffici della sede si trova inoltre un elenco di circa
600 prigionieri del carcere corredato da brevi biografie e redatto dallo
storico polacco e direttore della Commissione locale per l’indagine sui crimini
tedeschi in Polonia Przemysław Mnichowski.
Ad oggi non esiste ancora un elenco esauriente dei
nominativi dei prigionieri deceduti durante la prigionia e sepolti nel cimitero
dei prigionieri di guerra.
Ricerche d’archivio, materiali inediti e contributi da parte
delle Geschichtswerkstätten[12]
rappresentano un importante punto di partenza.
Chi fosse interessato a prendere parte al gruppo di lavoro
e/o al convegno del 12 e 13 Settembre nonché contribuire con documenti e foto
private di prigionieri, testimonianze di sopravvissuti, indicazioni
bibliografiche o documenti d’archivio oppure con donazioni utili a sostenere la
ricerca, può rivolgersi alla sede berlinese della VVN-BdA.
Berliner
VVN-BdA
Mehring-Platz
1
D-10243
Berlin
Germania
Tel. 0049 (0)30 297 841 78
Hans Coppi, Presidente dell'Associazione dei perseguitati dal regime
nazista
Kamil Majchrzak, Redattore
dell'edizione polacca di Le Monde
Diplomatique
[Trad. dal tedesco Mirna Campanella]
[1] Giovani lussemburghesi renitenti
all’arruolamento coatto
[2] Ottilio Alberti, Olimpios Danieli,
Giuseppe Franchini, Canaro de Sandis, Angelo Vetluso, Enzo Miccuici
I nomi
si basano sulle trascrizioni originali depositate negli atti. Si veda: Przemysław
Mnichowski, Obóz koncentracyjny i
więzienie w Sonnenburgu (Słońsk)
1933-1945, Warszawa 1982 [Non sono da escludere errori di
trascrizione, N.d.T.]
[4] Museo della martirologia delle vittime
[5] Alture di Seelow
[6] Nome per esteso: Związek Kombatantów RP i Byłych Więźniów Politycz nych (Associazione dei veterani polacchi e dei
prigionieri politici)
[7] Piattaforma Civica
[8] Parco Nazionale Foce del Warta
[9] Lett: Autobus bianchi. Viaggi della
memoria per studenti nei luoghi storici della seconda guerra mondiale con
particolare attenzione al sistema concentrazionario nazista
[10] Associazione della gioventù
tedesco-polacca
[11]
Lett.: l’inferno della tortura
[12] Le Geschichtswerkstätten
(Officine della storia) sono
iniziative di gruppi di cittadini o associazioni che effettuano ricerche
storiche a carattere locale/regionale riconducibili alla cosiddetta ‘storia dal
basso’
Iscriviti a:
Post (Atom)