venerdì 1 aprile 2011

MARIO BONFIGLI, comandante partigiano




La sera di lunedì 28 marzo è venuto a mancare il grande partigiano dr. Mario Bonfigli, medaglia d’argento al valore militare della Resistenza, fondatore e 1° comandante della Brigata San Faustino-Proletaria d’urto. La Brigata ebbe come campo d’azione il comune di Pietralunga e le zone confinanti di Umbertide, di Città di Castello, di Montone, di Gubbio e di Cagli.
Il giorno 9 settembre 1943, dopo l’armistizio, il tenente dell’aeronautica Mario Bonfigli, per non restare consegnato e senza prospettive nell’aeroporto di Rimini, si levò con il suo caccia per raggiungere il Re e il Governo Badoglio al Sud dell’Italia. Ma la mancanza di carburante lo obbligò ad atterrare verso Castiglione del Lago, da dove, nascosto l’aereo con erba e frasche in un fienile, iniziò la sua vita da clandestino. Dietro informazioni di contadini della zona, si portò sulla montagna di Pietralunga, nella località San Faustino, dove insieme a Bonuccio Bonucci, Luca Mario Guerrizio, Vittorio Biagiotti e don Marino Ceccarelli, il 13 settembre costituì il nucleo originario di quella formazione che divenne una brigata partigiana di circa 400 uomini.
Fra le più importanti operazioni che avvennero sotto il comandante Mefisto, così chiamato per i lunghi capelli e la barba rossi, occorre ricordare la distribuzione alla popolazione delle granaglie sottratte ai depositi del consorzio agrario controllati dai repubblichini; la liberazione del comune di Pietralunga con la cacciata del podestà, reinsediando il sindaco socialista deposto dai fascisti 23 anni prima; il rallentamento per 16 giorni della marcia verso Cassino della divisione tedesca Goèring con atti di sabotaggio, scontri di guerriglia e blocchi delle strade.
Dopo la liberazione della città di Perugia, dal CNL locale, fu incaricato di riorganizzare il corpo della polizia municipale. Assolse il compito con estrema dedizione, dal 1944 al 1946, quando gli fu chiesto di allontanarsi, affinché fosse stato ridato il posto al vecchio comandante fascista, decorato con sciarpa del Littorio. L’oltraggio lo ferì moltissimo e lo allontanò dalla vita politica, fino a che, dietro insistente invito dei suoi antichi amici partigiani combattenti (Settimio Gambuli e Livio dalla Ragione), all’inizio degli anni ’70 si avvicinò all’ANPI, dirigendola con intelligenza ed equilibrio come Presidente per 26 anni, sempre memore della storia e dei valori per cui combatté e circa 65 suoi compagni della Brigata perirono in combattimento.
Noi lo ricordiamo con affetto e riconoscenza.
ANPI Perugia

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