mercoledì 6 aprile 2011

Relazione del Presidente Raimondo Ricci per il Comitato nazionale ANPI del 18 giugno 2010












IL PRESIDENTE

Relazione del Presidente Raimondo Ricci per il Comitato nazionale ANPI del 18 giugno 2010


Care compagne e cari compagni,

Il nostro Comitato Nazionale è chiamato, nell’attuale momento, ad assumere le determinazioni necessarie per la tenuta e lo svolgimento del XV Congresso Nazionale dell’ANPI. Ciò al fine di garantire, non soltanto l’adempimento di una scadenza statutaria, ma soprattutto l’intervento nella sempre più grave situazione politica che il nostro Paese sta attraversando. Il nostro intervento deve essere svolto secondo i modi e i contenuti che sono stati via via definiti e approfonditi dalla nostra associazione nella situazione politica data, al fine di svolgere la funzione di salvaguardia, di tutela e di attuazione dei valori e dei principi di cui l’ANPI è storicamente, e continua ad essere nel tempo, testimone e custode.
Ritengo preliminarmente utile, al fine di sottolineare la continuità e la coerenza dell’impegno associativo con il precedente nostro Congresso Nazionale svoltosi a Chianciano nel febbraio 2006, dare lettura delle parti essenziali del documento conclusivo approvato in quell’occasione. Il Congresso, attraverso il Documento Politico, approvato all’unanimità il 26 febbraio 2006:

[…] RICONOSCE che il Congresso cade in un tempo di grave crisi economica, politica e morale indotta nel Paese dalla volontà dell’attuale maggioranza parlamentare di destra di non affrontare i veri problemi della comunità, subordinandoli al soddisfacimento di interessi di parte;
DENUNCIA gli attacchi alla vita democratica del Paese, perpetrati attraverso la limitazione dell’autonomia della Magistratura, l’indebolimento dello stato sociale, la negazione del diritto alla qualità dello studio nella scuola pubblica, il condizionamento della informazione e del sistema televisivo […]
DENUNCIA, altresì, la minaccia di una vera e propria manomissione del regime democratico uscito dalla guerra di Liberazione e dalla Costituzione antifascista del 1948, di cui sono stati sovvertiti, nel loro contenuto politico di libertà, di uguaglianza, di partecipazione, di equilibrio e di garanzia, ben 55 articoli, con dirottamento del potere sui processi formativi delle leggi dalle Camere ad una nuova figura di Primo Ministro intoccabile, dilatandone smisuratamente i poteri ed affidandogli, addirittura, quello di sciogliere a suo piacimento le Camere, manomettendo gli equilibri e le funzioni di garanzia del Presidente della Repubblica, il quale viene espropriato delle sue funzioni più alte, con ulteriore intervento sulla natura e sulla formazione della Corte Costituzionale e del Consiglio Superiore della Magistratura al fine di affievolirne l’indipendenza e le funzioni di equilibrio e di garanzia;
RITIENE che i partiti democratici, i sindacati, l’associazionismo nelle sue varie articolazioni nella società, rappresentino elementi essenziali dello sviluppo della democrazia e invita, tali forze, ad assumere come prioritario l’impegno antifascista e ad una grande mobilitazione per vincere il confronto elettorale del prossimo 9 e 10 aprile 2006, il referendum sulla riforma costituzionale e per abrogare, successivamente ed immediatamente, tutte le leggi incostituzionali – e non soltanto quelle ad personam – con le quali la maggioranza di destra ha colpito ed offeso il nostro ordinamento giuridico positivo;
[…] RICONOSCE il valore delle modifiche statutarie degli articoli 5, 12, 23, 24 e 27 dello Statuto, al fine di consentire alle generazioni, che riconoscendosi nei valori della Resistenza e nella Costituzione hanno scelto di appartenere allo schieramento antifascista del Paese, anche se non hanno partecipato per ragioni di età alla guerra di Liberazione, di entrare, a pieno titolo, nell’ANPI per militarvi e per dirigerla con voto che consentirà a ciascuno di essi di eleggere o essere eletto ai livelli più elevati della organizzazione  dell’Associazione;
SOTTOLINEA, in particolare, i doveri che tutti gli iscritti dovranno adempiere, così come puntualmente descritti nell’articolo 2 dello Statuto dell’ANPI. Tali doveri riguardano la perpetuazione della memoria, la glorificazione dei Caduti, la promozione di studi d’intesa con gli istituti storici della Resistenza volti a mettere in rilievo il ruolo della Resistenza nella storia del 900, l’impegno culturale affinché i principi ispiratori della guerra di Liberazione siano riconosciuti quali elementi essenziali nella formazione delle nuove generazioni. Il tutto nella piena attuazione dei principi della Costituzione i cui valori sono fondamentali in assoluto per  le necessità del paese oggi e nei prossimi anni […].


Dobbiamo osservare che da quel documento non emerge soltanto, come già evidenziato, la continuità di un nostro impegno ma anche e soprattutto il perpetuarsi negli anni, ad opera dell’attuale maggioranza di governo, di una deriva antidemocratica – negatrice dei principi fondamentali e delle regole della nostra Costituzione – e di un sistema di potere autoritario, personale e populistico nei metodi della ricerca del consenso. Una deriva che ha già causato danni considerevoli per lo sviluppo e il progresso nazionale e tende sempre più a realizzare – come sottolineato anche da molte voci autorevoli della cultura – un vero e proprio mutamento di regime. Sono inaudita dimostrazione, sempre più chiara, di questa progressiva deriva gli attacchi che il Presidente del Consiglio in questi ultimi giorni ha esplicitamente vibrato alla Costituzione, definendo “un inferno” governare secondo le regole della carta Fondamentale. Nel suo discorso ha inoltre cercato di liquidare e di archiviare nel passato, come un prodotto “catto-comunista”, una costituzione nata dal consenso di tutte le parti politiche, dalla sinistra alla destra. Si tratta di dichiarazioni di fronte alle quali il popolo italiano dovrebbe mettersi in guardia per la difesa della democrazia e contro il rischio di un ritorno al passato più oscuro e negativo della nostra storia.
È con riferimento alla realtà sopra accennata che l’ANPI ha deciso di aprire ufficialmente le porte alla partecipazione attiva di tutti coloro che, pur non avendo partecipato direttamente alla Lotta di Liberazione nazionale, di essa tuttavia condividono le finalità, la preziosa eredità del mutamento da monarchia a repubblica della forma del nostro Stato e la condivisa elaborazione e approvazione della nostra Costituzione. Un’apertura rivolta particolarmente alle giovani generazioni che sempre più avvertono la necessità di attualizzare l’esperienza della Resistenza come punto di riferimento ideale per il presente e il futuro.
Alla luce di quanto sopra richiamato, il prossimo XV Congresso si svolgerà in una nuova realtà associativa, per molti aspetti diversa da quella dei congressi precedenti. Una realtà caratterizzata non dall’esaurirsi, per ragioni di età, degli iscritti e dei militanti, bensì da una crescita confortante di nuovi militanti antifascisti, accomunati dall’ansia di dare un contributo, il più possibile positivo e concreto, al fine di una sempre più ampia mobilitazione del nostro popolo per aprire una nuova fase politica, rispettosa della Costituzione e orientata alla sua piena attuazione che restituisca all’Italia la fiducia e le speranze strettamente connesse alla sua fondazione democratica.
La nuova e inedita situazione, nella quale la nostra associazione è chiamata ad intervenire secondo le forme definite e ribadite nelle più recenti riunioni del nostro Comitato Nazionale, impone di muoverci per ottenere risultati il più possibile efficaci, su due diverse ma in buona misura concorrenti linee.
La prima linea, più direttamente rivolta alla vita interna della nostra associazione, consiste nel rendere sempre più consapevoli i nostri giovani militanti del significato profondo della Lotta di Liberazione e quindi capaci di contribuire a sensibilizzare la maggior parte degli italiani riguardo al senso democratico della nostra storia; ciò deve essere realizzato attuando un’effettiva collaborazione, culturale e organizzativa, fra gli anziani che furono protagonisti della Resistenza e le nuove generazioni di antifascisti, nelle cui mani risiedono le possibilità di sviluppo democratico e civile per il presente e il futuro del nostro Paese. Un risultato che deve essere ottenuto anche mediante iniziative di formazione e momenti di stretta cooperazione con la rete degli istituti per la storia della Resistenza.
La seconda linea, rivolta per così dire verso l’esterno, consiste – come abbiamo più volte ribadito – nell’esercitare una funzione critica non solo nei confronti dell’attuale potere esecutivo, ma anche nei confronti delle forze di opposizione, al fine di realizzare una unità operativa ed un’opera di persuasione di tutti gli elettori, o quantomeno della loro grande maggioranza, perché partecipino alla preparazione di una sempre più necessaria nuova fase politica che includa una alternativa di governo.
Stiamo vivendo nel nostro Paese una vera e propria situazione di emergenza in rapida evoluzione che comporta esiti politici non facilmente prevedibili, i quali oscillano fra il rischio di un’ulteriore involuzione autoritaria e la prospettiva di un condiviso “ritorno alla ragione”. Non sono certamente soltanto le forze della nostra associazione che possono far pendere la bilancia della posto in gioco a favore di quest’ultima virtuosa soluzione, ma – di ciò occorre prendere piena consapevolezza da parte di tutte le forze positive – è attraverso uno sforzo comune e condiviso che questo obiettivo può essere raggiunto.
Il ruolo dei partiti politici di opposizione, delle istituzioni e di tutte le altre associazioni democratiche è fondamentale e insostituibile. Una volontà e un impegno comune devono concretarsi, e il riferimento, l’insegnamento che proviene dalla nostra storia può avere una funzione straordinariamente efficace, sia pure nelle mutate condizioni politiche rispetto al passato, per realizzare il bene dell’Italia.
Passando ai particolari compiti che spettano a questo Comitato Nazionale, le decisioni che esso è chiamato a prendere sono attualmente le seguenti.
- Il prossimo Congresso Nazionale si terrà a Torino. I sopraluoghi e i contatti che i componenti del Comitato Nazionale dell’area piemontese e la Segreteria nazionale hanno avuto in merito, per verificare se esistano le condizioni indispensabili alla realizzazione di tale scelta, sono stati positivi e in ordine ad essi hanno riferito la Segreteria nazionale (Marisa Ferro, Carla Argenton e Luciano Guerzoni) in collaborazione con Carla Nespolo e Gino Cattaneo.
- Occorre tracciare le linee organizzative per lo svolgimento dei congressi delle sezioni e dei comitati provinciali, avendo cura che la designazione, la conferma o il rinnovo delle compagne e dei compagni chiamati ad esercitare nelle varie strutture associative funzioni dirigenti, tengano conto della novità rappresentata dall’esigenza di collaborazione tra le generazioni a cui si è fatto precedentemente riferimento.
- È indispensabile intensificare il rapporto con il mondo della cultura al quale ci siamo riferiti, stabilendo più intensi rapporti di collaborazione con la rete degli istituti per la storia della Resistenza; favorendo la costituzione di sezioni dell’ANPI fra i giovani studenti delle nostre università, in modo che accanto alle sezioni di fabbrica, che sono una storica realtà, si sviluppino anche sezioni universitarie; attivando concretamente e rendendo operativo lo strumento particolarmente idoneo dei “Comitati d’onore”, approvato in occasione della Conferenza nazionale d’Organizzazione. In relazione a questa ultima esigenza, è necessario dettare alcune regole di attuazione che verranno al più presto elaborate e diramate dalla Presidenza e dalla Segreteria nazionali.
- Occorre rendere il Comitato Nazionale, fondamentale organo di decisione della politica associativa, maggiormente rappresentativo di quanto non sia attualmente, prendendo necessariamente atto del grande incremento di partecipazione e militanza attuato dall’ANPI negli ultimi tempi, ove necessario aumentando a tale scopo il numero dei suoi componenti attraverso una modifica statutaria, già in qualche modo implicita nel testo del nostro Statuto.

Da qui al nostro Congresso ci separano dagli otto ai nove mesi, nel corso dei quali certamente la situazione politica italiana potrà evolversi e modificarsi. È necessaria quindi, care compagne e cari compagni, la vigile attenzione della nostra associazione, per continuare a svolgere la funzione e il ruolo che essa si è data e che qui abbiamo voluto richiamare e confermare.
Avanti quindi per una nuova Italia democratica, nel segno dei principi e dei valori della nostra Costituzione.


Raimondo Ricci
Presidente Nazionale ANPI





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